da La Redazione | 25 Settembre 2015 13:20
E’ di pochi giorni fa la notizia che l’Ospedale di Novafeltria diventerà Presidio Ospedaliero in area particolarmente disagiata e come tale inserito nella rete dell’Emergenza-Urgenza.
Verso la metà di ottobre la Regione Emilia Romagna emanerà le linee guida della nuova programmazione sanitaria in materia di ospedali che, tra le altre tipologie di ospedali, prevederà i Presidi Ospedalieri nelle aree disagiate che dovranno essere dotati di un Pronto Soccorso, un Reparto di Medicina ed un Reparto di Chirurgia con adeguata assistenza Anestesiologica.
Con questo, l’Ospedale di Novafeltria, oltre ad evitare il suo dimensionamento, uscirà potenziato in tutte le sue strutture e reparti e sarà inattaccabile nel prossimo futuro ed esente da economie e ridimensionati che, per qualsiasi motivo, dovessero intervenire sulla sanità regionale in fatto di tagli alla spesa sanitaria.
In questo quadro l’Ospedale di Santarcangelo diventerà il punto debole dei cinque Ospedali presenti sul territorio riminese e sarà quello che per primo andrà sotto la forbice delle economie e tagli regionali. Per qualcuno non sarà così, ma a pensare male a volte ci si indovina.
Certamente in futuro l’intervento su Santarcangelo sarà soft per non dare nell’occhio ed evitare la sollevazione pubblica e piano piano si depontezierà ogni suo Reparto: si è cominciato con la Chirurgia riducendo sensibilmente gli interventi chirurgici dirottandoli in gran parte sull’Ospedale di Rimini (e probabilmente in futuro su Novafeltria). Con la Casa della Salute (gestita dai medici di base per ora con solo con quattro medici) si andrà a sostituire il Pronto Intervento e, quando la Casa della Salute darà copertura per le 24 ore con tutti i medici di base presenti sul territorio, sarà cosa fatta.
Sulla stampa vediamo la corsa fra i partiti per darsi il merito del risultato ottenuto a Novafeltria, ma a Santarcangelo questi politici quando ci pensano? Forse a metà ottobre sarà troppo tardi per intervenire su di una delibera regionale che decreterà l’Ospedale di Santarcangelo come Ospedale di Prossimità Locale che in gergo tecnico significa struttura con i soli ambulatori specialistici (e possibile anticamera della chiusura dei reparti ospedalieri).
Occorre muoversi presto e bene, come hanno fatto a Novafeltria, dove è stato costituito un Comitato “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria” che ha portato a risultati impensabili; ora anche da Santarcangelo serve una mobilitazione che chiami i cittadini alla difesa del proprio Ospedale, così vedremo se i nostri politici ci metteranno quell’impegno che hanno dato a Novafeltria.
la Redazione
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