Luci e ombre sull’Urbanistica di Santarcangelo nei prossimi 10 anni

da La Redazione | 20 Maggio 2016 23:45

Sappiamo tutti che con i piani urbanistici si disegna il futuro di una città; non solo l’abitare, ma anche lo sviluppo socio-economico e i servizi alla collettività.

Negli ultimi sei-sette anni a Santarcangelo il Piano Regolatore (PSC) e il Regolamento Edilizio (RUE) hanno tenuto banco nella politica, dove impostazioni preconcette nello sviluppo urbanistico teso come l’occupazione di nuovi terreni agricoli con nuove lottizzazioni si sono scontrate con chi sosteneva il contrario e cioè il riuso dell’occupato.

In questi scontri ci ha rimesso anche la maggioranza di governo del Sindaco Morri e lo hanno poi portato alle dimissioni.

In questi ultimi due anni abbiamo visto che chi sosteneva nuove lottizzazioni si è riveduto e con una conversione a 180 gradi ha sposato le posizioni di chi sosteneva uno sviluppo edilizio incentrato sul riutilizzo di fabbricati esistenti e incentivi per chi costruisce con tecniche di risparmio energetico (!!!!)

Tra questi ci sono anche coloro che in modo sfrontato sono stati responsabili della prima stesura del PSC e ora chiedono lo stop a nuove aree edificabili. A qualcuno verrà da chiedersi cosa facevano sui banchi della maggioranza, forse si erano appisolati, senza accorgersi che andavano ad approvare strumenti urbanistici che dopo qualche anno adesso vanno a ricusare.

Detto ciò come premessa, il Piano Operativo Comunale, che è una costola del PSC, andrà in adozione il prossimo 23 maggio ed avrà un iter di 5-6 mesi per l’approvazione definitiva, dopodichè nei prossimi 5-10 anni si avrà un primo risultato di questa nuova politica del mattone che proietterà Santarcangelo in una nuova fase di sviluppo.

Su questo argomento entreremo più volte per approfondire tutti gli aspetti positivi e non e seguiremo i dibattiti e i suggerimenti per migliorarlo, ma ora di primo acchito troviamo a nostro avviso due incongruenze a quanto enunciato dagli amministratori:

– una nuova area edificabile a San Vito (88 abitazioni) che non va ricucire situazioni esistenti ma si sviluppa a margine di una area edificata. Con questa nuova area non si sviluppa la centralità della frazione, ma si creano futuri fabbisogni di servizi alla collettività (vedi in primis nuovi spazi scolatici).

– moltissimi metri di superficie destinati al commerciale, soprattutto lungo la via Emilia, quando notiamo locali già in essere da qualche anno che sono ancora sfitti. Ci viene da chiedere perché prevederne nuovi e numerosissimi quando ancora in questo settore non vi è richiesta.

Nel complesso possiamo giudicare positivamente questa nuova impostazione, anche se troviamo quà e là delle ombre.

la Redazione

 

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