da La Redazione | 31 Gennaio 2016 0:22
Che succede all’Unione dei comuni della Valle del Marecchia? L’Unione a 10 sembra proprio non riesca a decollare, se ne dovessimo tracciare un bilancio di questi primi due anni di vita ne uscirebbe una fotografia impietosa.
L’ idea di costituire un’Unione a 10 era sbagliata sin dall’inizio in quanto non era supportata da un valido progetto organizzativo ed aveva anche il grosso limite di non essersi costituita in funzione di una conseguente fusione dei comuni che ne facevano parte, e quello sarebbe stato uno scopo più che nobile che avrebbe dato maggior forza all’unione stessa visto che lo “stare insieme” tende ad esaltare il campanilismo vista la continua ricerca dei singoli di aver maggior peso possibile in quel contesto, mentre invece “fondersi” fa si che i campanili diventino un unico campanile più grande e più forte.
Piuttosto che perseverare non sarebbe meglio tornare indietro?
La legge regionale aveva chiesto ai comuni di individuare il proprio ambito territoriale ottimale (nel nostro caso comprendeva tutta l’area nord della Provincia di Rimini) e di scegliere al suo interno in quale modo gestire servizi e funzioni in forma associata, una facoltà per i comuni più grandi, un obbligo per quelli più piccoli che potevano optare tra Unioni, fusioni o semplici accordi tra comuni.
Il Partito Democratico in Valmarecchia ha scelto in maniera scellerata la strada delle Unioni – ammucchiate una scelta che non teneva conto delle difficoltà oggettive che si sarebbero presentate, dai problemi di rappresentatività, alla peculiarità dei territori, alla gestione vera e propria dei servizi, una scelta incomprensibile visto che avevamo i numeri per costituire all’interno del nostro Ambito Territoriale Ottimale due Unioni distinte, avremmo potuto mantenere l’Unione della Bassa Valmarecchia (Santarcangelo, Verucchio e Poggio Torriana) e quella Montana costituita dai 7 comuni dell’Alta Valmarecchia ed in entrambe si poteva lavorare a progetti di fusione che avrebbero potuto portare alla nascita di due grandi comuni due realtà in cui sarebbe stato possibile offrire ai cittadini servizi di qualità ed a costi più contenuti rispetto al passato.
Le motivazioni che hanno portato Mercatelli a rinunciare all’incarico di segretario dell’Unione mettono a nudo l’incapacità politica, amministrativa ed organizzativa del Pd a portare avanti un’ unione così grande, incapacità da sempre denunciata dalle opposizioni e che il Pd non ha mai voluto ascoltare.
Visto che ora anche il Pd sembra aver compreso le potenzialità delle fusioni, non sarebbe il caso di valutare un cambiamento di rotta?
Loris Dall’ Acqua, Santarcangelo di Romagna
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