da La Redazione | 30 Maggio 2016 22:39
L’idea di recuperare e valorizzare il Mulino dell’Uso è assolutamente encomiabile, specialmente se l’amministrazione riesce ad intercettare a tale scopo risorse da altri enti, ma sarebbe opportuno che l’amministrazione mettesse noi cittadini a conoscenza di quello che poi intenderebbe realizzare al suo interno e quale possa essere il progetto gestionale visto e considerato che in passato tenere aperto al pubblico certe strutture museali era un costo che non sempre il comune riusciva a garantire, troppe volte i musei comunali sono rimasti chiusi o funzionavano a “chiamata” in periodi in cui a Santarcangelo c’era una forte presenza di turisti.
L’amministrazione clementina si è fatta promotrice dell’iniziativa di recupero di quel vecchio mulino tramite la propria pagina istituzionale su face book, attraverso questa invitava a sostenere l’iniziativa presso il governo centrale che ha aperto un canale apposito a cui si possono inviare delle mail, per sostenere piccoli progetti culturali, ci sono alcuni aspetti che andrebbero però chiariti primo tra tutti la proprietà dell’ immobile visto che nella presentazione sembra non essere ancora pubblica, esistono accordi scritti tra pubblico e privato o solo chiacchiere informali?
La storicità del luogo e la posizione strategica conferiscono al Mulino dell’Uso delle potenzialità di sviluppo a fini turistico culturali incredibili, essendo infatti collocato lungo il fiume, con la realizzazione dei Sentieri dell’Uso, si potrebbe creare un percorso culturale col quale collegare il Museo degli Usi e Costumi di via Montevecchi, il Mulino dell’Uso e il centro storico, un’idea che Morri propose in quel faraonico one man show chiamato Santarcangelo 2030.
In quel caso, mi pare fosse stato ipotizzato per il Mulino dell’Uso, lo spostamento della sezione della via dell’acqua ora presente al Met, sarebbe ancora quello il progetto di sviluppo?
L’idea di partenza sarebbe assolutamente buona, poi però in base a come verrà sviluppata, potrebbe diventare una grande opportunità, ma anche un inutile e pericoloso doppione. Trattandosi di progetti a scopo turistico culturale bisognerebbe ragionare in maniera più ampia del territorio comunale, guardando oltre il proprio orticello ed ampliando da subito il confronto a livello sovra comunale affinché non si creino strutture identiche che operino in concorrenza tra loro e come tanti sanno, sulla storia dell’arte molitoria da alcuni anni esiste già Museo Mulino Sapignoli a Poggio Torriana. Sarebbe assurdo creare due strutture identiche a meno di 5 km di distanza l’una dall’altra, mentre sarebbe doveroso metterle in relazione affinché il Mulino dell’Uso possa fungere da “porta” non solo verso per il centro storico di Santarcangelo, ma anche verso le realtà museali delle valli del Marecchia e dell’Uso e se lì si deciderà di sviluppare la via dell’acqua dovrebbe fare in modo di creare curiosità ed invogliare il turista a visitare il Museo dell’arte molitoria al Mulino Sapignoli strutture tra loro complementari che lavorino in sinergia e non in concorrenza.
Vista la vicinanza al fiume Uso e le innumerevoli inondazioni che il mulino ha vissuto anche in anni recenti non sarebbe bene avere in mente come arginare il problema e cosa sarebbe eventualmente esponibile in detta struttura?
Spero che queste riflessioni e queste domande qualcuno se le sia poste e trattandosi di soldi pubblici mi auguro anche che non ci siano remore a condividerle anche coi cittadini. Domande che forse anticipano molto i tempi, ma affinché non diventi l’ennesimo pozzo senza fondo in cui versare soldi pubblici a secchiate.
Loris Dall’Acqua – Poggio Torriana
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