da La Redazione | 13 Marzo 2016 23:24
Negli anni 1950, 60 e 70 un nostro concittadino fece conoscere Santarcangelo a tutta l’Italia. Quando i media parlavano di Paolo Carlini l’attore, subito veniva collegato alla nostra città.
Carlini abitava nel viale della stazione (Viale Mazzini), in una bella villa circondata da un grande parco, e noi ragazzi spesso andavamo appositamente lì per poterlo vedere da vicino per chiedere un autografo, ed era naturale fermarsi o lanciare uno sguardo per almeno vederlo un attimo.
E’ stato senz’altro il primo dei santarcangiolesi ad affermarsi a livello nazionale, prima anche dei poeti, pittori, sceneggiatori che hanno reso famosa Santarcangelo come fucina di cultura a livello nazionale e mondiale.
Nella sua biografia troviamo anche storie/scandali amorosi ma mai confermati; noi lo vogliamo ricordare però come l’attore che per oltre 30 anni ci ha accompagnato alla radio, alla televisione, al teatro e nelle sale cinematografiche con interpretazioni che ebbero successi di pubblico e di critica.
Si concedono cittadinanze onorarie a destra e a sinistra, ma questo personaggio di Santarcangelo non viene mai citato, mai festeggiato, eppure ha dato tanto per fare conoscere Santarcangelo.
la Redazione
“Paolo Carlini è nato a Santarcangelo di Romagna il 6 gennaio 1922 e morto a Roma il 3 novembre 1979 è stato un attore sia nel cinema che in teatro ed in televisione.
Cominciò la sua carriera d’attore nel cinema, a 18 anni, con una parte secondaria nel film Addio giovinezza!, al quale seguirono altri film, sempre in parti di non grande rilievo. Quindi negli anni cinquanta passò al teatro, dove ottenne buone affermazioni.
Ma la grande popolarità arrivò nel 1957 con la televisione, grazie allo sceneggiato Il romanzo di un giovane povero, tratto dall’omonimo romanzo di Octave Feuillet e diretto da Silverio Blasi. Per quella sua interpretazione ottenne il “Microfono d’argento“. Da allora prese parte a numerosi sceneggiati televisivi di successo, anche se in parti non sempre di primo piano.
Attore di notevole versatilità, lavorò in teatro, alla radio, alla televisione e fu anche presente in alcuni fotoromanzi, ottenendo un lusinghiero successo di pubblico. Esordì nel cinema nel 1940, con una parte secondaria in Addio, giovinezza! con la regia di Ferdinando Maria Poggioli. Negli anni Cinquanta, dopo qualche altra esperienza cinematografica poco significativa, passò al teatro dove ottenne valide affermazioni; tuttavia, il grande successo di pubblico gli derivò dalla televisione, dopo che, nel 1957, Silverio Blasi lo ebbe scelto come protagonista de Il romanzo di un giovane povero, tratto dall’omonimo romanzo di Octave Feuillet, per il quale ottenne il Microfono d’argento, premio riservato all’attore televisivo più popolare.
Sulla scia di questa notorietà, gli fu affidato più volte il ruolo del giovane bello e virtuoso, ma sfortunato; tuttavia, raggiunta una maggiore maturità, dal 1967 al 1978, interpretò anche ruoli più complessi e drammatici, anche se non sempre di primo piano (Dossier Mata Hari, 1967; Le mie prigioni, 1968; Il furto della Gioconda, 1978). Nel 1963 tentò anche un rientro nel cinema, sostenendo una parte impegnativa in Luciano, una vita bruciata, ritratto di un “ragazzo di vita” con reminiscenze pasoliniane, il primo lungometraggio a soggetto del regista Gian Vittorio Baldi, prodotto nel 1963 ma edito nel 1967″.
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