“Pino” il pittore che dipinge in dialetto

da La Redazione | 21 Gennaio 2017 12:38

Sabato 17 Dicembre 2016 il Comune di Santarcangelo ha conferito “l’Arcangelo d’oro”, la massima onorificenza cittadina a Giuseppe (Pino) Boschetti con la seguente motivazione: “per un’attività artistica di valore assoluto, per il legame inossidabile con Santarcangelo e le sue piazze, trasformate in luoghi iconici e senza tempo attraverso quadri capaci di esprimere l’essenza più autentica della città e dei suoi abitanti e per il contributo alla notorietà del Festival Internazionale del Teatro in Piazza, entrato a far parte dell’immaginario collettivo anche grazie ai manifesti realizzati nei suoi primi anni di vita

Chi è Pino: Giuseppe (Pino) Boschetti nasce a Santarcangelo di Romagna nel 1944.Pino è il capostipite della Santarcangelo dei pittori naif.

Autodidatta, già occupato nell’Ufficio di Segreteria del Comune di Santarcangelo, Pino è un pittore per vocazione naturale e travolgente passione; per istinto, per sensibilità, per atteggiamento, per cultura si direbbe un pittore autenticamente naif, se pure tale definizioneha ancora oggi un suo senso, aperta anch’essa, in ogni caso, a tutti gli interrogativi che stanno investendo i linguaggi espressivi del nostro tempo.

Ma come non riconoscere alla pittura di Pino quel carattere di semplicità e di pulizia, di candore e di sincerità, che appartiene alla grande tradizione naif e che qui si dichiara sostanzialmente attraverso il gusto primitivo del racconto.

Struttura “finita” e saldezza compositiva dell’immagine, vivacità non naturalistica del colore, intenso e luminoso al tempo stesso, stesura pittorica larga e solida: sono queste alcune delle prerogative di stile con le quali Pino afferma la propria straordinaria vena narrativa.

Con il suo “Il gelataio” del 1977 inizia il suo percorso di pittore per hobby, ma la definitiva consacrazione arriva con tre grandi pitture (Teatro in piazza, 1978; Fiera di San Martino, 1979; Sera d’estate, 1982) pubblicate come manifesti delle importanti manifestazioni santarcangiolesi e quindi divenute note al grande pubblico.

Dalla memoria attinge direttamente anche l’inventiva,una memoria tanto tenace e resistente da consentirgli ogni volta di trasferire nel suo quadro dalla dimensione del “c’era una volta” (la vita paesana, la vita contadina, la vita domestica, le botteghe, i giochi, il circo, i musicisti, i personaggi caratteristici) non semplicemente la parvenza d’un ricordo, ma un accumulo incredibile di elementi reali, anche quelli più minuti e trascurabili.

Grazie Pino di esistere!

la Redazione

 

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