da La Redazione | 18 Febbraio 2015 19:37
I giorni scorsi ci eravamo soffermati che una parte di guai sugli eventi atmosferici sono dovuti ai guai creati dall’incuria dell’uomo e da una cattiva amministrazione pubblica che ha alimentato la “bolla del mattone”, ora vorremmo analizzare come fare per prevenire il più possibile guai che possono trasformarsi in tragedie.
Occorre che i comuni e una provincia si diano regole e norme come tutelare e mantenere in continua manutenzione i fossi, scoli, canali, ecc. dotandosi di una mappatura o “carta dei fossi”.
Troppi enti (Provincia, Comune, Consorzio di Bonifica, ex Genio Civile, ecc.) e privati hanno le competenze sul nostro territorio a questo reticolo di scoli e quando succedono i guai vanno a rimpallarsi le responsabilità.
Occorre un’unica cabina di regia provinciale che provveda alla manutenzione ordinaria e straordinaria ed interventi, oltre nell’immediato, anche a medio e a lungo termine; inoltre serve anche un coordinamento delle forze dell’ordine quali: guardie forestali, polizia provinciale, guardie zoofile, vigili urbani, volontari preposti alla sorveglianza dell’ambiente, ecc. che siano in grado di monitorare, controllare e sanzionare coloro che non applicano le norme di tutela.
Una particolare attenzione va rivolta al privato che va reso responsabile nella coltivazione dei terreni e al mantenimento dei fossi che gli competono.
Solo in questo modo si riuscirà a limitare i danni quando arrivano le frequenti “bombe d’acqua”, dove prevenire è meno oneroso che rincorrere i guai.
la Redazione
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