Sogliano 3.0: un’ironica provocazione

Sogliano 3.0: un’ironica provocazione
Gennaio 16 18:53 2016 Stampa articolo

Riceviamo e pubblichiamo

Alla fine di questo millennio la Valle dell’Uso sarà sicuramente una meta turistica che tutti ci invidieranno, si vivrà di cultura e di turismo, i mezzi che oggi percorrono queste collassate strade lasceranno il passo a pullman e corriere provenienti da ogni dove, mezzi carichi di turisti, studiosi e storici diretti a Ginestreto interessati agli scavi e alle scoperte archeologiche che interesseranno la zona.

Quali scoperte? Quando il sito in cui oggi continuiamo a seppellire rifiuti sarà completamente saturo, dopo qualche centinaio di anni, quando tutti si saranno dimenticati dell’esistenza di quella discarica, arriverà il giorno in cui qualcuno, magari durante un innocuo scavo in giardino, scoprirà quell’immane quantità di rifiuti, oggetti che i nostri discendenti non chiameranno rifiuti ma reperti, oggetti che metteranno sotto qualche teca e che analizzeranno al fine di identificarne l’ epoca e di studiare le abitudini di quegli ominidi vissuti a cavallo del 2.000 che poi saremo noi.

Gli abitanti della valle dell’Uso nel 3.000 vivranno a contatto con speleologi, antropologi, scienziati, archeologi, sarà una scoperta di cui parleranno le riviste di mezzo mondo, il sito verrà considerato una delle più grandi civiltà scoperte nel millennio, vista l’ immane quantità di reperti saranno legittimati a pensare che lì siano vissute centinaia di migliaia di persone, i nostri discendenti penseranno ad una immensa città sepolta, una città multiculturale anzi, di fronte al recupero di oggetti tipici siculi, calabresi, campani o di altre regioni accumulati grazie ai conferimenti provenienti da fuori regione, penseranno ad una zona di forte attrattiva luogo di incontro e di scambio.

I nostri discendenti si ritroveranno costretti a trasformare le loro case in hotel o resort di lusso, visto che solitamente i siti di forte interesse culturale intercettano un turismo élitario e sulla spinta del turismo arriveranno quelle infrastrutture e quei servizi che negli anni 2000 erano solo un grande sogno.

Speriamo non ci rimangano male i valligiani del 4° millennio quando spulciando negli archivi storici si accorgeranno che in quel luogo non c’era nessuna antica civiltà, ma che quei cocci, quei tessuti e quegli oggetti in plastica che tanto andavano di moda alla fine del 2° millennio altro non erano che i rifiuti di una discarica.

Chissà se i nostri amministratori e coloro che hanno sposato la politica dei rifiuti oggi racconteranno questa favoletta ai propri figli prima di metterli a letto e chissà se ci saranno ancora essere umani a vivere nella Valle dell’Uso del 4° millennio.

Loris Dall’Acqua – Cittadino di Poggio Torriana

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